martedì 25 marzo 2008

Beata gioventù


Quando ho iniziato a suonare la chitarra, circa 14 anni fa, mi ci son buttato a capofitto, cercando di tirare fuori tutto quello che potevo da questo strumento. Poi un giorno ho capito che avrei dovuto magari mettermi a studiare un po’ di più (teoria, solfeggio, etc.) e così il primo passo è stato comprare il metronomo. Per chi non lo sapesse, il metronomo è quel cosino con un’asta metallica alla quale è attaccato un piccolo peso che, a seconda della posizione, dà la velocità. Si parla di bpm (battiti per minuto) e ogni bpm, solitamente, indica, nella notazione musicale, un quarto. Io non lo sapevo.


Quel giorno al negozio:


Shy: buongiorno, vorrei un metronomo.


Negoziante: digitale o classico.


Shy: a quanto vanno?( ma che domanda è ?)


Negoziante: beh, il digitale fino a 220, il classico a 180.


Shy: mi dia il digitale.


Lo prendo in mano…lo guardo…e chiedo: e una volta arrivato a 220?


E il negoziante (che evidentemente non aveva capito): beh, poi ce ne sono altri che vanno più su.


Ora…va detto che in musica non sempre, nella battuta, ci sono solo quarti..anzi…il più delle volte non ci sono…ma il povero shy non sapeva che oltre al quarto ci sono gli ottavi, i sedicesimi, etc. Perciò un metronomo che segna 220 significa che batte 220 quarti in un minuto (ed è una velocità notevole), ma anche 440 ottavi o 880 sedicesimi, il che vuol dire che se segnamo i sedicesimi facciamo 880 note al minuto…un frullatore…


Stamattina ci pensavo e mi son messo a ridere…che cazzo di domanda è “Una volta arrivato a 220?”

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