Amrita è un'opera di grande respiro. Narra della piuttosto insolita famiglia di Sakumi, di cui fanno parte la madre, con il suo compagno molto più giovane, il fratellastro undicenne Yoshio, una cugina e un'amica. Su questa famiglia 'allargata' pesa il ricordo ancora vivo della tragedia di Mayu, la sorella minore di Sakumi morta in un incidente stradale mentre guidava sotto l'effetto di alcol e barbiturici. Di qui si dipanano i molti fili della narrazione e i tanti destini intrecciati che l'autrice scava, indagando percezioni del reale diverse da quelle usuali. Ora sprofondando nei labirinti della mente, come nel caso di Sakumi che ha temporaneamente preso la memoria dopo un colpo alla testa, ora investigando le alterazioni della coscienza, quali avvengono a Yoshio che è dotato di straordinari poteri psichici. Tale scoperta del mistero e della profondità, al di sotto dell'apparenza del reale, consente a Banana Yoshimoto di illuminare in modo sottile la dimensione magica dell'esistenza e insieme di ampliare i confini delle abitudini tematiche di amore, amicizia, morte, solitudine, senza perdere la franchezza, la grazia e la leggerezza di uno stile che parla direttamente al cuore.
Premetto che all'inizio questo libro non mi convinceva. Di solito inizio a leggere un libro e se c'è "sintonia" tra noi due mi ci immergo subito. Con Amrita non è andata così. L'avevo comprato l'inverno scorso, avevo letto una quarantina di pagine ma non riuscivo ad andare avanti. Così è andato nel settore "parcheggiati" della libreria. La settimana scorsa, dopo aver finito Oceano mare mi son detto "dai, riproviamo"...ed è scoccata la scintilla. Iniziato mercoledì notte...e finito oggi pomeriggio...classificare la Yoshimoto non si può: sia perchè non ho gli strumenti "adatti"(conosco solo questo romanzo) ma anche perchè alla fine "classificare" qualcosa o qualcuno è sempre troppo riduttivo e limitante. La storia di "Amrita" è una storia di crescita, di scoperta, di sentimenti contrastanti, di meditazioni su se stessi e di tanta, tanta "aria". Spiegare il "tanta aria" è difficile...potrei dire che leggendo questo libro si sente l'elemento aria in molti suoi aspetti. Non so perchè, ma ultimamente leggo tutti libri che mi entusiasmano tantissimo e che alla fine consiglio. E "Amrita" è uno di questi.
Premetto che all'inizio questo libro non mi convinceva. Di solito inizio a leggere un libro e se c'è "sintonia" tra noi due mi ci immergo subito. Con Amrita non è andata così. L'avevo comprato l'inverno scorso, avevo letto una quarantina di pagine ma non riuscivo ad andare avanti. Così è andato nel settore "parcheggiati" della libreria. La settimana scorsa, dopo aver finito Oceano mare mi son detto "dai, riproviamo"...ed è scoccata la scintilla. Iniziato mercoledì notte...e finito oggi pomeriggio...classificare la Yoshimoto non si può: sia perchè non ho gli strumenti "adatti"(conosco solo questo romanzo) ma anche perchè alla fine "classificare" qualcosa o qualcuno è sempre troppo riduttivo e limitante. La storia di "Amrita" è una storia di crescita, di scoperta, di sentimenti contrastanti, di meditazioni su se stessi e di tanta, tanta "aria". Spiegare il "tanta aria" è difficile...potrei dire che leggendo questo libro si sente l'elemento aria in molti suoi aspetti. Non so perchè, ma ultimamente leggo tutti libri che mi entusiasmano tantissimo e che alla fine consiglio. E "Amrita" è uno di questi.

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