lunedì 14 giugno 2010


Raymond Queneau - I fiori blu


Avevo comprato questo libro l’estate scorsa, non ricordo nemmeno io perché sinceramente. Probabilmente il fatto che il traduttore-adattatore fosse Calvino mi aveva per così dire fatto drizzare le antenne. E l’acquisto si è verificato, inutile dirlo, azzeccatissimo. E difficile è farne una recensione o, in altre parole, parlarne per rendere interessante questo libro. La difficoltà non nasce dalla qualità del libro, ma dal fatto che la trama vive in un presente – passato che rende non facile un riassunto da fare in cinque o sei righe, ma soprattutto perché non avrebbe senso raccontare alcuni fatti descritti nel libro e non indicarne altri. Il motivo sta nel fatto che i vari episodi sono sottilmente legati l’un l’altro. Molto interessante, e degna di nota, è la prefazione che Calvino fa, parlando della difficoltà (che racchiude in sé la bellezza di questo libro) di riproporre in italiano dei giochi di parole che in francese funzionano mentre in italiano, forse, hanno un effetto meno esilarante. Se vi piace il Baricco di Castelli di Rabbia o di Oceano mare allora forse dovreste fare un pensierino e regalarvi questo libro che, non lo nascondo, merita di essere letto.

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