martedì 2 giugno 2009

Antichrist di Lars Von Trier
Questi sono i film che piacciono a me. Quelli che fuori dal cinema non sai bene cosa hai visto, che ci pensi e ripensi. Avevo letto alcune recensioni e non ne parlavano per niente bene, ma Von trier è un regista che o lo ami o lo odi. La storia è quella di Lui e Lei (così sono indicati nei titoli di coda) che cercano di superare la morte del proprio figlioletto, gettatosi dalla finestra mentre erano intenti a fare l'amore. Von trier fa un continuo ricorso a simbologie tra le più disparate e già questo dovrebbe far capire a chi guarda il film che le scene di nudo e di sesso non sono fini a se stesse (pornografia, come le ha definite qualcuno) ma sono un tramite per poter spiegare qualcosa, un'emozione, una situazione, che solo con le immagini possono essere spiegate. Si assiste allora al "cammino" di questa coppia verso Eden, un posto disperso nei boschi dove c'è una piccola casetta e dove Lui, psicologo e terapista, cerca di far superare a Lei il trauma della morte del figlio. Da qui prende il via una specie di "analisi" dei simboli legati alla terra (che è anche madre secondo alcune concezioni) e allo "scontro" tra il maschile e il femminile. In questo film, secondo me, Von Trier si è avvicinato molto al modo di fare cinema di Lynch, anche se Lynch rimane sempre e comunque il più visionario. E' un film che merita di essere visto, con la raccomandazione, però, di guardarlo "aprendo gli occhi", non fermandosi cioè alla scena in sè, ma al simbolo che essa racchiude.

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