...è come se vi chiedessero "tu che adori The dark side of the moon, spiegaci perchè è così bello"...e non si può soddisfare una richiesta di questo tipo...The dark side va ascoltato, riascoltato, esplorato...non si può spiegare a parole...è come fare l'amore: riuscireste a spiegare per filo e per segno ogni singola sensazione? No, impossibile...non sono ubriaco
avevo bisogno di questo preambolo perchè quanto detto vale anche per L'aleph. Diciotto racconti per un totale di 173 pagine che vanno via lisce come l'olio...c'è chi ha detto che lo si può leggere a salti, secondo me se i racconti hanno un certo ordine un motivo c'è...ed è quello di abituarci a come ragiona e agisce lo scrittore...il primo racconto, "L'immortale", è ubriacante e claustrofobico, sembra di leggere qualcosa di Sartre, peccato che Sartre abbia pubblicato il muro vent'anni dopo "L'aleph"
e quando arrivi alla fine e fai un paragone con quanto hai letto fino ad ora ti sembra impossibile che questo chiamiamolo romanzo sia stato pubblicato nel 1952 e questo è forse un monito da tenere in considerazione: spesso ci si entusiasma per autori contemporanei quando però non sappiamo cosa c'è stato prima. Con questo non sto dicendo che dovremmo leggere tutti i libri pubblicati dal 1900 ad oggi, ma solamente di stare attenti ad entusiasmarsi per autori che, a ben guardare, non hanno inventato nulla di nuovo. Poi comunque resta il fatto che se un libro piace allora ha raggiunto il suo scopo, ma è anche bello variare, confrontarsi su vari piani (soprattutto se magari ci si diletta nello scrivere). Secondo me è poco "utile" leggere sempre e solamente un determinato tipo di scrittori. E' la varietà che poi crea ispirazione e creatività.
avevo bisogno di questo preambolo perchè quanto detto vale anche per L'aleph. Diciotto racconti per un totale di 173 pagine che vanno via lisce come l'olio...c'è chi ha detto che lo si può leggere a salti, secondo me se i racconti hanno un certo ordine un motivo c'è...ed è quello di abituarci a come ragiona e agisce lo scrittore...il primo racconto, "L'immortale", è ubriacante e claustrofobico, sembra di leggere qualcosa di Sartre, peccato che Sartre abbia pubblicato il muro vent'anni dopo "L'aleph"
e quando arrivi alla fine e fai un paragone con quanto hai letto fino ad ora ti sembra impossibile che questo chiamiamolo romanzo sia stato pubblicato nel 1952 e questo è forse un monito da tenere in considerazione: spesso ci si entusiasma per autori contemporanei quando però non sappiamo cosa c'è stato prima. Con questo non sto dicendo che dovremmo leggere tutti i libri pubblicati dal 1900 ad oggi, ma solamente di stare attenti ad entusiasmarsi per autori che, a ben guardare, non hanno inventato nulla di nuovo. Poi comunque resta il fatto che se un libro piace allora ha raggiunto il suo scopo, ma è anche bello variare, confrontarsi su vari piani (soprattutto se magari ci si diletta nello scrivere). Secondo me è poco "utile" leggere sempre e solamente un determinato tipo di scrittori. E' la varietà che poi crea ispirazione e creatività. 
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