domenica 13 agosto 2006

A night in Venice with David Gilmour...
(dal
sito ufficiale del chitarrista)



"Only yesterday afternoon Venice's Piazza San Marco was awash, courtesy of an exceptionally high tide, but it abated in time time for David's triumphal return to last week's City of Sighs.

Even the chaos across Europe's air corridors couldn't keep our lads down as they delivered to a capacity crowd – increased to allow for swapped tickets.
As well as the first performance on this tour of On The Turning Away, the wine glass intro to Shine On You Crazy Diamond was given an added fillip by the performance on glasses by a real glass harmonica player, Igor Sklyarov. Igor performs with his own trio, but was busking on the streets of Venice when spotted by David, who invited him to perform. No ancient buildings were harmed by Igor's tuneful glass manipulation – but the whole audience enjoyed it."






Che dire...eccomi qui...dopo una settimana di nuova attesa - sia per il tempo che non prometteva niente di buono sia per la paura di altri imprevisti che potessero interferire con il concerto...e ivnece è filato tutto liscio...la partenza da casa con il canonico quarto d'ora di ritardo...io che già scalpitavo..."non voglio entrare a concerto iniziato"...e invece alle 20.15 siamo in piazza San Marco, dove 17 anni prima c'era stato, penso, uno dei concerti più memorabili della storia della musica...mangiamo due panini al volo e poi decidiamo di entrare...io ero un settore più avanti rispetto a dov'erano gli altri due miei amici...mi siedo....e tutta la mia fila era libera...alle nove meno dieci arriva un gruppetto di ragazzi che si siede accanto a me...arriva poi uno speaker sul palco, annunciando che il concerto sarebbe iniziato alle ore 21…e infatti alle 21 ecco salire sul palco i musicisti…c’è anche Wright, con la sua classica camicia bianca…Gilmour invece è vestito in nero…palco “sobrio”: microfono per il cantante al centro alla sua destra la batteria, postazione per il bassista e sul lato più esterno Manzanera (cori e chitarra), alla sinistra di Gilmour, invece, Wright e un altro tastierista…un breve cenno con la mano da parte di Gilmour al pubblico in segno di saluto…e si parte…sul palco non c’è nessuna luce…in sottofondo si sente un battito, sembra quello del cuore…e una frazione di secondo dopo tutta San Marco esplode in un boato: Breathe…mi son venuti i brividi…seconda canzone, tanto per gradire, Time e Breathe (Reprise)…Gilmour saluta di nuovo tutto il pubblico e inizia la sessione dedicata a “On an island”: Castellorizon, On An Island, The Blue, Red Sky At Night, This Heaven, Then I Close My Eyes, Smile, Take A Breath, A Pocketful Of Stones, Where We Start. Sono le 22.15 circa…”Now we’ll take a break…we’l be back in 20 minutes”…il tempo di sgranchirsi le gambe, di guardare su in cielo e pregare che le nuvole non facciano i capricci…arrivano le 22.35 e, come promesso, lo spettacolo riprende…”Now we are gonna play some Pink Floyd hits…we are gonna play the first song, Shine on you crazy diamond, with a venetian friend, Igor”…Igor fa parte di un trio che suona per le calli di Venezia con la particolarità di usare strumenti in vetro (per l’appunto Igor ha eseguito l’intro di “Shine on” suonando dei bicchieri)…una cosa semplicemente emozionante…Shine on è stata suonata in maniera magistrale – e non poteva essere altrimenti – anche se la versione fatta a Venezia era un po’ diversa da quella dell’album originale…è poi il turno di “Wot's... Uh The Deal”, “Astronomy Domine” e “Fat Old Sun”, omaggio a Syd Barrett, scomparso qualche settimana fa…arrivano poi “On The Turning Away” (che Gilmour sbaglia alla prima strofa), “High Hopes”…c’è poi un minuto di silenzio…nessuna luce sul palco…e iniziano a farsi sentire gli armonici artificiali prodotti dalla chitarra di Gilmour e i suoni anni ’70 dell’hammond di Wright…e non c’è più nessun dubbio: “Echoes”suonata dall’inizio alla fine (venti minuti!!!). Il concerto sembra finire qui, ma dopo qualche minuto Gilmour ritorna sul palco imbracciando la sua chitarra acustica e suonando “Wish you were here”…cantarla assieme a lui mi ha fatto piangere per la seconda volta…e infine arriva il turno dell’ultima canzone…e non poteva essere altro che Comfortably Numb…alla fine del concerto tutti in piedi per applaudire e ringraziare uno dei più grandi chitarristi della storia per la meravigliosa serata che ci ha regalato.


Vedere, e sentire, Gilmour dal vivo è stata una cosa che credo non dimenticherò mai…averlo ascoltato migliaia e migliaia di volte su cd eseguire quei giri di chitarra che ora fanno parte della storia e poi vederlo lì sul palco in carne ed ossa mi ha fatto venire i brividi…sensazioni che avevo provato anche a ottobre dell’anno scorso andando a vedere i Dream Theater a Milano…anche se lì ho proprio sentito il cuore esplodermi appena li ho visti sul palco.

E ora alla caccia del prossimo concerto.



Nessun commento:

Posta un commento