mercoledì 20 aprile 2005

Una storia...


Anna (nome di fantasia, come tutti quelli che verranno di seguito elencati) ha 28 anni...è iscritta al primo anno di un corso di shiatsu...è arrivata

a corso già iniziato, ma questo non le ha procurato grandi problemi ed è anzi una delle più brave del suo corso.

Arrivati verso la fine del primo anno di corso, è stato insegnato il massaggio alla pancia.

Secondo la medicina tradizionale cinese, sulla quale si fondano tutte le varie scuole di shiatsu, la pancia racchiude in se tutti e cinquegli elementi ed è il luogo del nostro corpo dove albergano le emozioni della persona. Per capire quanto "importante" e "delicata" al tempo stesso

sia questa zona, basta pensare al fatto che difficilmente la prima volta che noi conosciamo qualcuno andiamo a toccargli la pancia ( stiamo parlando

dell'incontro di due normali persone che si incontrano per la prima volta...per esempio due persone amiche di un amico comune) e comunque,

 qualora provassimo a farlo, molto probabilmente l'altra persona tenderà istintivamente a ritrarsi. Il massaggio alla pancia viene insegnato verso la

fine del primo anno perché si suppone che gli allievi abbiano acquisito quella sensibilità e delicatezza necessaria per fare un massaggio shiatsu. Anna le

prime due sere ha sempre fatto il massaggio, senza mai riceverlo. Alla terza lezione dedicata a questo massaggio il suo Maestro le ha detto:"Anna,

ora riceverai il massaggio"...Anna sulle prime ha cercato di "evitare" la situazione, proponendo di fare anziché ricevere il massaggio, dicendo che

nessuno voleva vedere la sua pancetta...che era meglio di no...sempre però con tono "scherzoso"...alla fine Anna si è stesa e ha ricevuto il massaggio

completo alla pancia...finito il massaggio c'è stato un confronto tra le varie esperienze - sensazioni provate durante l'esecuzione del massaggio...Anna

ha semplicemente detto "Non voglio più ricevere questo massaggio...se proprio devo, lo faccio...ma non lo ricevo..."...ci sono voluti pochi minuti per

capire il motivo di tale rifiuto...Anna ha subito un intervento interno nella zona del basso ventre ed ha ancora la cicatrice del cesareo...il solo pensiero

di avere un dito o il palmo di una mano sopra la cicatrice o sopra i punti interessati dall'intervento la fa star male...già comunque il fatto di aver

ricevuto il massaggio è per lei una vittoria ( anche se ne avrebbe fatto volentieri a meno)...a quel punto è intervenuto il suo Maestro "Quello

che ti è successo stasera è un piccolo passetto per uscire da una certa situazione...le cicatrici che hai sono un segno di qualcosa che è stato ...

una specie di ricordo...il problema è che la sensazione di "disagio" non proviene dal contatto in sè della cicatrice con il dito o la mano di un altro...

il disagio parte dalla testa...tu hai, anche se inconsciamente, deciso che quei segni devono essere lasciati stare e il fatto di toccarli ti fa male perché ti

ricorda una certa situazione...l'errore che noi spesso facciamo è rinunciare in partenza quando ci troviamo di fronte ad un ostacolo... pensare a

come risolvere il problema è già un primo passo verso la riuscita...nascondendoci invece non arriviamo da nessuna parte, ma, anzi, peggioriamo le

cose...queste situazioni infatti si accumulano dentro di noi...oggi è la cicatrice che non vogliamo si veda, domani è un problema al lavoro, dopo

domani è un problema a casa...tutte queste cose da sole possono sembrare insignificanti, ma accumulate una sull'altra creano una barriera spesso

insormontabile...questo "disagio" si lega anche al fatto che spesso noi pensiamo troppo...agiamo sempre meno d'istinto...immaginate per esempio

di passeggiare per il centro...vedete qualcosa che vi piace ( dei pantaloni, un paio di scarpe, qualsiasi cosa...)...lo vedete...vi piace...ma al tempo

stesso pensate: e se magari in un altro negozio lo trovo a meno soldi?...allora iniziate a girare per i negozi impiegando l'intero pomeriggio, fino

a quando avete la certezza che il prezzo più conveniente era nel primo negozio...allora tornate lì per fare l'acquisto...solo che quello che cercate

è già stato venduto...questo esempio è per farvi capire che dovremmo fidarci di più di noi stessi ...del nostro intuito, del nostro cuore...lasciare

che il terzo occhio guardi per noi...bisogna cogliere la palla al balzo...e purtroppo, certe volte, non trovate più in giro quello che volevate comprare

nel primo negozio"


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